I boschi di Vignamaggio sono disseminati di sentieri e caratterizzati da una ricca vegetazione mediterranea, profumata e accogliente: si tratta spesso di alberi poco imponenti, ma sani e rigogliosi. Tra le fronde degli alberi si possono scorgere i resti delle antiche mura a secco, che indicano che ogni angolo di terreno veniva coltivato e che i boschi, prima degli anni ’60 del 1900, erano molto più circoscritti.

Con Francesca, responsabile dei giardini di Vignamaggio, abbiamo esplorato una piccola parte del bosco del Luco, dal greco loukon, “bosco sacro”.

Qui si può passeggiare nella tipica vegetazione delle zone più calde del Chianti, costituita da pino domestico, cipresso, roverella, leccio e da un sottobosco di cisto, erica, corbezzolo, ginepro, ginestra, felce, biancospino e molte altre specie vegetali.

All’ombra delle querce e dei cipressi, siamo andati a caccia di decorazioni natalizie e con l’occasione abbiamo scoperto qualcosa in più su alcune di queste piante.

 

IL BIANCOSPINO

Il biancospino è un arbusto spinoso, che in primavera produce dei delicati fiori bianchi. In autunno però i suoi piccoli frutti compatti, dallo splendido color borgogna, un bordeaux scuro che vira al viola, spuntano qua e là nel bosco per tutto l’inverno. Queste bacche tonde e violacee sono estremamente resistenti e rimangono sull’arbusto molto a lungo.

 

 

IL CORBEZZOLO

Piccolo arbusto dalle bacche rosse, rotonde e succose, il corbezzolo deve il suo nome latino a Plinio il Vecchio, che evidentemente non era un grande estimatore dei suoi frutti: il nome scientifico della specie, che Plinio gli attribuì unedo (unum = uno e edo = mangio), letteralmente “ne mangio uno e basta”, indicava che dopo averne mangiato uno, non veniva voglia di mangiarne più.

Tra fine Ottobre e Dicembre, i frutti del corbezzolo in realtà rivelano il loro lato più dolce, per la gola e per gli occhi: i frutti morbidi e agrodolci sono uno tira l’altro e i piccoli alberelli verdi punteggiati di rosso sembrano voler ricordare che la stagione delle feste è ormai alle porte.

LA ROSA CANINA

A Vignamaggio la rosa canina si trova al limitar dei boschi o lungo i prati che costeggiano i vigneti, ma anche lungo le strade e nei terreni aridi: resiste al freddo e al caldo, è la rosa selvatica più comune in Italia e deve anche lei il suo nome a Plinio Il Vecchio.

In primavera è splendida con le sue rose bianche che tendono al rosa, ma è d’autunno che si rende più riconoscibile. I suoi frutti carnosi e dal color rosso mattone, sono un vero toccasana per il sistema immunitario. Plinio la definì “canina” proprio per descrivere le virtù dei suoi frutti e delle sue radici, che avrebbero guarito un soldato romano dalla rabbia.

Con i frutti di rosa canina si realizzano ottime confetture, tisane e sciroppi, ma un lungo ramoscello in un vaso si presta benissimo come decorazione autunnale.

Gli addobbi naturali che troviamo nel bosco sono moltissimi e basterà farsi trascinare dalla fantasia e dalla voglia di camminare: oltre a corbezzolo, biancopsino e rosa canina, anche un ramoscello di quercia carico di ghiande o  un cesto pieno di foglie colorate e pigne di pino domestico possono portare un po’ di bosco nella vostra casa.